Milan, con Montella e Donnarumma puoi aprire un ciclo
Il successo contro la Juventus, con un gruppo giovane e coeso, può dare ai rossoneri prospettive di vittoria futura. Certo, adesso serve rinforzare la rosa di Montella e inserire esperienza e qualità in una squadra che non può correre sempre a cento all'ora
La prima volta non si scorda mai. Per la quasi totalità dei giocatori della rosa del Milan, il successo di ieri in Supercoppa Italiana contro la Juventus è stato il primo della carriera. Una gioia precoce, per ragazzi come Donnarumma e Locatelli, che fino a 18 mesi fa giocavano in Primavera e, forse, non immaginavano neanche lontanamente di poter bruciare così velocemente le tappe. Quasi una "liberazione", invece, per giocatori ormai esperti come Montolivo (che ha alzato la Supercoppa da "capitano" anche se infortunato), Paletta o Kucka, che, a ormai 30 anni o quasi, non erano ancora riusciti a sollevare un trofeo in Italia. O per Montella, che certo non ha alle spalle una lunga carriera da allenatore, ma che aveva già accarezzato due volte, ai tempi della Fiorentina, la possibilità di vincere una coppa (Europa League e Coppa Italia, entrambe nel 2013). E adesso? C'è la prospettiva perché la Supercoppa Italiana non resti solo "un'unica volta"?
QUALCOSA È CAMBIATO — Rispetto all'ultima vittoria di un trofeo, la Supercoppa Italiana 2011 contro l'Inter a Pechino, il Milan si è radicalmente trasformato. Squadra esperta (30,45 anni di età media) e ricca di grandi individualità (Thiago Silva, Nesta, Seedorf, Boateng, Ibrahimovic), quella allora guidata da Allegri. Gruppo giovane (età media di 24,90 anni), con qualche eccellenza di talento in potenza (Donnarumma su tutti), ma capace, soprattutto, di mostrare un forte spirito di squadra, quello plasmato da Vincenzo Montella. Una capacità di sacrificarsi l'uno per l'altro che a Milanello non si vedeva davvero da molti anni. Ed è questo l'aspetto che può far maggiormente sperare i tifosi.
FAME ED ENTUSIASMO — A Doha il Milan ha battuto la Juve sul terreno più congeniale ai bianconeri: quello della fame, dello spirito di sacrificio, della voglia di lottare su ogni pallone, nonostante partisse da un gap tecnico evidente. Certo, alla lunga tutto questo non può bastare: serve rinforzare la rosa di Montella, inserire esperienza e qualità in una squadra che, comunque, non può correre sempre a cento all'ora. Le vittorie, però, portano entusiasmo e chissà che anche i nuovi proprietari cinesi non si facciano contagiare, anticipando gli investimenti previsti dopo il closing. Se sarà così, allora quella di Doha potrà essere davvero solo "la prima volta" e non "un'unica volta".
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