Nba, Garnett da giocatore a maestro di Antetokounmpo
Il greco è l'erede di KG: così come Garnett nel lontano 1995, anche Antetokounmpo sta lasciando sbalorditi per la versatilità, duttilità e intelligenza del suo gioco
Per i più nostalgici e romantici il 2016 è stato un anno difficile. I ritiri di Bryant, Duncan e Garnett hanno chiuso un'epoca in NBA. Eppure il richiamo del parquet è stato troppo forte, specialmente per 2 degli illustri neo “pensionati”. KG e Timmy hanno scelto di cambiare ruolo, passando dall'altra parte della barricata: da giocatori a maestri. In attesa del Black Mamba. C'è un altro motivo, però, per non disperare: ognuno di queste leggende ha un erede designato, pronto a divorare ogni potenziale insegnamento. Oggi iniziamo parlando di Kevin Garnett e Giannis Antetokounmpo, successore ed evoluzione di The Big Ticket.
KD — Per ora Garnett è assolutamente il più attivo e il più a suo agio nel nuovo ruolo di maestro. Inizia la sua prima stagione da “pensionato” rifiutando la proposta di coach Tyronn Lue per entrare a far parte dello staff dei Cavaliers. Nel frattempo, però, si presenta da “freelance” all'allenamento dei Clippers, per allenarsi (e allenare, soprattutto) con Blake Griffin. The Big Ticket però, nonostante l'anello vinto nel 2008 coi Celtics, ha un unico grande amore: la sua Minnesota. È così che, secondo avvistamento, viene scovato sul parquet d'allenamento dei Timberwolves, intento a insegnare un po' di post basso a Karl Anthony Towns, suo protetto in quel di Minneapolis (ma di KAT ne riparleremo...).
MILWAUKEE — Ma non è tutto. Kevin circa 3 settimane fa si è recato a Milwaukee, per lavorare individualmente con 2 giocatori del giovane nucleo di coach Jason Kidd. Il primo è il rookie Thon Maker (che ha ancora tutto da dimostrare), diamante grezzissimo che sta trovando poco spazio in rotazione (4 minuti a partita con 2.1 punti di media) e tanto in palestra (per incrementare gli scarsi 100 kilogrammi distribuiti su 2 metri e 16 centimetri). Il secondo è Giannis Antetokounmpo. Lui sì, destinato a prendersi la pesante eredità di KG.
EREDE — Fisicamente i due si somigliano molto (entrambi toccano le vette dei 211 centimetri, con braccia lunghissime). Così come KG, nel lontano 1995, anno del suo ingresso in NBA, anche Antetokounmpo sta lasciando sbalorditi per la versatilità, duttilità e intelligenza del suo gioco. Attenzione però a non etichettare Antetokounmpo solo come un “semplice” erede. Il greco è l'evoluzione di Garnett, una sorta di “Big Ticket” in versione 2.0. Se KG è stato un playmaker “nascosto” nel ruolo di ala grande (4,7 assist di media in carriera, con punte di 6 come nella stagione del 2003) The Greek Freak è la vera e propria point guard dei suoi Bucks. Ma non solo. Il suo impatto difensivo è incredibile: l'apertura alare da 221 centimetri e le mani veloci gli permettono di rubare 2 palle a partita e una presenza da vero rim protector (1.8 stoppate a gara). L'arsenale offensivo è potenzialmente infinito, nonostante gli aspetti da migliorare.
LEZIONI — Cosa può imparare dalle lezioni di Garnett? Possiamo solo immaginare, almeno per ora, The Freak unire la versatilità e le sue doti da regista a un jumper dalla media-lunga distanza solido e un repertorio di movimenti in post basso più ricco, aggiungendovi, magari, quel giro sul perno con fade away (rilasciato ad altezze siderali) che ha reso Garnett immarcabile per 21 stagioni. Per ora Giannis guida Milwaukee in ogni singola voce statistica, dai punti ai rimbalzi, dagli assist alle stoppate. Uno degli ultimi a riuscirci? Kevin Garnett con Minnesota nel 2002/2003. Se non sono segni del destino questi...
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